Fubine (Alessandria, Piemonte) 15 marzo 1900 - 16 ottobre 1980
La vita di Luigi Longo si identifica in misura rilevante con la storia del Partito comunista italiano. Nato a Fubine Monferrato (Alessandria) il 15 marzo 1900, nel 1907 si trasferisce a Torino con la famiglia, che apre una mescita di vino nella zona operaia di Barriera di Milano. Qui Luigi entra in contatto per la prima volta col mondo dei lavoratori. Ma è soprattutto l’esperienza della leva militare, per la quale è costretto a interrompere gli studi di Ingegneria, che lo rende consapevole delle differenze di classe e lo avvicina alle idee socialiste. Rientrato nella Torino operaia di Gramsci e dell’occupazione delle fabbriche, nel 1920 Longo si iscrive alla Federazione giovanile socialista. Nel gennaio del ’21 partecipa come delegato al Congresso di Livorno e alla nascita del Partito comunista d’Italia, diventando ben presto un dirigente della Federazione giovanile. In questa veste, assieme alla sua compagna Teresa Noce (con la quale avrà due figli, Luigi Libero e Giuseppe), dirige giornali come “Avanguardia” e “La voce della gioventù”. Influenzato da Bordiga fino al 1924, gradualmente Longo si avvicina alle posizioni di Gramsci e del nuovo gruppo dirigente, le cui tesi si affermano al Congresso di Lione del 1926.
Nel 1927 viene eletto nel Comitato centrale, nell’Ufficio politico e nella segreteria del Pcd’I, partecipando alle discussioni del gruppo dirigente e dirigendo a Parigi il Centro estero della Fgci. Fautore assieme a Pietro Secchia della “svolta” del 1929, è responsabile dell’Organizzazione del partito fino alla fine del 1932, allorché è inviato a Mosca come rappresentante italiano presso il Comitato esecutivo del Comintern.
A questa fase risale anche una ricca corrispondenza con Palmiro Togliatti, il quale intanto è a Parigi. Nella capitale francese Longo torna nel 1934, subendo fortemente l’influenza del clima del nascente Fronte popolare e della ritrovata unità tra comunisti e socialisti. È lui dunque a guidare la delegazione del Pcd’I negli incontri con la rappresentanza socialista diretta da Pietro Nenni, i quali sfociano nel patto di unità d’azione tra i due partiti.
Nel 1936, allo scoppio della guerra civile spagnola, Longo si reca in Spagna, dove sarà alla testa prima dei volontari italiani organizzati nel Battaglione Garibaldi, poi – assieme al francese André Marty – di tutte le Brigate internazionali, diventando celebre con lo pseudonimo di “Gallo”.
Internato nel 1939 nel campo francese del Vernet, dopo due anni e mezzo è estradato in Italia e inviato al confino di Ventotene, dove rientra nel gruppo dirigente del partito.
Liberato all’indomani del 25 luglio 1943, è lui l’estensore di quel Promemoria urgente sulla necessità di organizzare la lotta armata contro i tedeschi che dà il “la” alla Resistenza italiana. Alla testa della Direzione Nord del Partito comunista e del Comando generale delle Brigate Garibaldi, affiancato da Secchia, Longo si batte per un’impostazione unitaria della lotta di liberazione, giungendo al vertice del Corpo volontari della libertà assieme a Ferruccio Parri e al generale Cadorna.
All’indomani della Liberazione, è eletto vicesegretario del Pci nel gennaio 1946. Negli anni seguenti affianca l’intensa attività di dirigente politico (in particolare alla guida della sezione Lavoro di massa del partito), organizzatore, fondatore di giornali (in questo caso del rotocalco “Vie Nuove”) a un altrettanto serrato lavoro parlamentare, prima come consultore nazionale, poi come membro della Costituente, infine come deputato. Sono gli anni in cui la collaborazione con Togliatti si consolida ulteriormente.
Al tempo stesso Longo rimane uno dei massimi esponenti del Pci anche sul piano internazionale. È lui a rappresentare il partito italiano nella riunione costitutiva del Cominform, e sarà ancora lui a parlare a nome del Pci nella Conferenza di Mosca del 1960.
Sempre attento ai cambiamenti interni alla società italiana e in particolare al mondo del lavoro e della produzione, Longo sarà anche uno dei protagonisti dello scontro ideologico apertosi nel 1956, confrontandosi in particolare con Antonio Giolitti, ormai in rotta col partito. Intanto, sul piano personale, la separazione da Teresa Noce, che avrà ripercussioni anche nel gruppo dirigente, porta Longo a formalizzare il suo legame con la sua nuova compagna, Bruna Conti.
Nel 1964, alla morte di Togliatti, la successione alla guida del Pci è quasi naturale. Inizia dunque la stagione di Longo segretario, ricca di scelte di grande rilievo, dalla pubblicazione del Memoriale di Jalta alla condanna dell’intervento del Patto di Varsavia in Cecoslovacchia, dal dialogo col movimento studentesco all’investitura di Berlinguer, prima come vicesegretario e infine come successore alla guida del partito.
Dal 1972 fino alla sua morte, Longo è presidente del Pci, e anche in tale veste non fa mancare il suo contributo, sia sul piano politico (sono note le riserve sul compromesso storico), sia intervenendo su questioni aperte (si veda il suo Opinione sulla Cina), sia infine con un ampio lavoro sul terreno memorialistico e storiografico.
Scomparso il 16 ottobre 1980, il suo itinerario – quello di un “Garibaldi del Novecento”, come lo definì Berlinguer – rimane emblematico della storia del Pci ma più in generale della storia del Novecento.
Attività parlamentare [fonte: Camera dei deputati portale storico]
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