1 gennaio |
E’ diffuso in Italia il primo numero di Italia libera, organo del Partito d’Azione (Pd’A). «Italia Libera», n. 1, 1 gennaio 1943 [pp.1-4] |
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2 gennaio |
Palmiro Togliatti da «Radio Milano libertà», commentando il comunicato dell’Armata rossa che annuncia la disfatta dell’esercito tedesco sotto Stalingrado e sul Don, lancia l’ appello a tutti « coloro che hanno un’autorità e non hanno perduto il senso della loro responsabilità di fronte alla nazione» e al popolo , «gli operai, i contadini, gli impiegati, i giovani», perché si impegnino a fondo per cacciare il governo di Mussolini e imporre la pace. Palmiro Togliatti, La libertà si avvicina anche da noi , «Radio Milano libertà», Editori Riuniti – Rinascita, 1974, p. 235-236 |
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10 gennaio |
A Milano nasce il Movimento di unità proletaria ( MPU) promotori Lelio Basso, Domenico Viotto, Corrado Bonfantini, Carlo Andreoni, Paolo Fabbri, Roberto Veratti, Lucio Luzzatto. Vi confluiscono i gruppi clandestini di Bologna, Torino, Roma, Venezia, Firenze, Brescia, tutti animati dalla volontà di superare la diaspora socialista (massimalisti e riformisti) e realizzare la massima unità del movimento operaio «attorno ad un programma concreto e attuale». Nella dichiarazione programmatica i promotori pongono come obiettivo immediato «l’instaurazione di una repubblica socialista» per «l’esercizio del potere da parte del popolo lavoratore». Ideologicamente vicino al MUP a Roma opera un gruppo di giovani formato da Tullio Vecchietti, A. Corona, Mario Zagari, Giuliano Vassalli, M. Fioretti, Vezio Crisafulli che hanno dato vita all’Unione proletaria italiana ( UPI). Bibliografia Giancarlo Monina, Il Movimento di unità proletaria (1943-1945), con due contributi su Lelio Basso e il PSI nel dopoguerra, Annali della Fondazione Basso, Carocci editore, 2005
Sarah Verrengia, Il Movimento di unità proletaria
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14-24 gennaio | A Casablanca, Marocco, si svolge l’incontro tra il presidente americano Franklin Roosevelt e il primo ministro inglese Winston Churchill, assistiti dai rispettivi capi di Stato maggiore. Presente anche la Francia rappresentata dal generale Charles De Gaulle. Stalin, trattenuto a Mosca dalle operazioni militari, non potendo partecipare fa pervenire la sua proposta : aprire un nuovo fronte in Europa. Riconfermata la determinazione di condurre la guerra fino alla resa incondizionata dell’Asse, si decide di attaccare l’ Italia che Churchill definisce «the soft underbelly of the Axis» (il ventre molle dell’Asse ) e di intensificare i bombardamenti sulla Germania . Prendono avvio le operazioni che porteranno allo sbarco alleato in Sicilia. | |
17 gennaio | Sul fronte orientale il Corpo d’armata italiano, accerchiato, riceve l’ordine di ritirata. L’abbandono delle linee si trasforma in rotta. Il bilancio finale della partecipazione italiana all’operazione Barbarossa è di 84.830 tra caduti e dispersi. | |
23 gennaio | Incalzate dall’VIlI Armata inglese le truppe dell’Asse evacuano la Libia e si attestano in Tunisia | |
2 febbraio | A Stalingrado le truppe tedesche firmano la resa con l’armata rossa. Inizia l’offensiva sovietica. | |
I giornali riportano a tutta pagina il «Non molleremo» pronunciato da Mussolini davanti ai Legionari in risposta alla conferenza di Casablanca, |
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6 febbraio | Mussolini sostituisce 9 ministri su 12, i ministri dimissionati non ottengono nuove cariche, uniche eccezioni Galeazzo Ciano, nominato ambasciatore in Vaticano, e Dino Grandi che mantiene la carica di presidente della Camera dei fasci e delle corporazioni. | |
8 febbraio | Pietro Nenni arrestato | |
14 febbraio |
138 aerei Lancaster bombardano Milano. Un bilancio tremendo : 459 morti, 442 feriti. 10 mila cittadini senza tetto. 203 case distrutte, 220 gravemente danneggiate, 376 con danni gravi, 3000 con danni lievi ( nella memorialistica non vi è concordanza sulle cifre ) . Colpite fabbriche, chiese storiche, musei. Cesare De Simone, Febbraio 1943. Milano brucia «Corriere della sera», 15 febbraio 1993 scritto nell’anniversario dei bombardamenti |
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3 marzo | A Lione i rappresentanti del Partito comunista (Giorgio Amendola), del Partito socialista (Giuseppe Saragat)e di Giustizia e libertà (Emilio Lussu) sottoscrivono un accordo in cui confermano l’ unità d’azione di tutte le forze antifasciste. Nelle settimane successive Giorgio Amendola ( PCI) rientra in Italia. | |
Gli scioperi del marzo ‘43 | ||
5 – 18 marzo | Torino , entrano in sciopero le Officine Rasetti e altri stabilimenti ; il 6 sciopero alla Microtecnica; il 12 agli operai si uniscono i tranvieri che richiedono l’assegnazione delle 192 ore; nei giorni seguenti gli scioperi coinvolgono tutte le fabbriche torinesi. | |
17 marzo |
Di fronte alla combattività operaia e all’estensione dello sciopero il regime, nel tentativo di normalizzare la situazione, invia a Torino il vicesegretario del Partito fascista Carlo Scorza che si incontra con i gerarchi locali e con gli esponenti dei sindacati fascisti. Palmiro Togliatti il 22 marzo dai microfoni di Radio Milano libertà esaltando il valore delle lotte degli operai torinesi si richiamerà polemicamente all’iniziativa fascista Commenti e resoconti |
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18 marzo |
Torino, fine delle agitazioni operaie e ripresa del lavoro. www.istoreto.it/to38-45_industria Convegno promosso dalla Fondazione Di Vittorio, I lavoratori, il Sindacato e la lotta di Liberazione., Milano 10 marzo 2007
Umberto Massola, Fiat Mirafiori, ore 10
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22 marzo |
Palmiro Togliatti dai microfoni di Radio Milano libertà , richiamandosi polemicamente alla visita del vicesegretario del partito fascista a Torino, mette in luce il significato della lotta degli operai torinesi. Palmiro Togliatti, Da «Radio Milano libertà» , 22 marzo 1943
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31 marzo | Il governo di Mussolini proclama la mobilitazione civile totale. | |
2 aprile | Il governo , piegato dagli scioperi operai , è costretto ad annunciare la concessione di aumenti salariali a partire dal 21 aprile | |
7 aprile | A Klessheim (Austria) in un incontro con Hitler, Mussolini sostiene, senza successo, la necessità di giungere a un armistizio con l’URSS e concentrare tutti gli sforzi militari nel Mediterraneo. | |
14 aprile | Carmine Senise è rimosso da capo della polizia per non aver contrastato e represso con sufficiente energia gli scioperi operai del marzo. Lo sostituisce Renzo Chierici. | |
maggio | Pietro Nenni viene estradato in Italia e assegnato al confino di Ponza | |
13 maggio | Si arrende Biserta, l’ ultimo caposaldo in Nord Africa degli eserciti dell’Asse. 275.000 soldati sono fatti prigionieri dagli eserciti alleati. Termina la guerra in Africa. | |
15 maggio | Il Presidium dell’ Internazionale comunista propone ai vari partiti comunisti lo scioglimento dell’organizzazione. La risoluzione , dopo la ricostruzione delle ragioni e origini della Terza Internazionale, ricorda che già prima della seconda guerra mondiale a fronte della situazione dei diversi Paesi l’organizzazione centralizzata aveva manifestato i suoi limiti tanto da costituire un «impedimento al rafforzamento delle ulteriore dei partiti operai nazionali ». Per il Partito comunista d’Italia (PCdI) la risoluzione è firmata da Vincenzo Bianco. L’8 giugno, dopo l’accettazione dei vari partit comunisti , la proposta diverrà esecutiva | |
26 maggio |
Ivanoe Bonomi, presidente del Consiglio dal 1921 al 1922 prima dell’avvento del fascismo, che presiede il Comitato delle opposizioni antifasciste, si incontra con il duca P. Acquarone, ministro della Real Casa , per rappresentargli la volontà di avere un colloquio diretto con il re e rappresentargli la necessità di revocare l’incarico a Mussolini e arrestarlo. Presente all’incontro l’avvocato Enzo Storoni. Acquarone assicura Bonomi che interverrà presso il re per sollecitare l’incontro che si svolgerà il 2 giugno Bibliografia Sull’incontro e i contatti che lo hanno preceduto cfr. Ivanoe Bonomi, Diario di un anno, 2 giugno 1943-10giugno 1944, Castelvecchi, 2014 [nuova edizione] , pp. 31-43
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giugno | Il Partito comunista d’Italia muta la sua denominazione in Partito comunista italiano ( PCI) | |
2 giugno |
Ivanoe Bonomi si incontra con Vittorio Emanuele III. Il presidente del Comitato delle opposizioni chiede al re di far dimettere Mussolini . Dal colloquio nessuna decisione da parte del re. La stessa proposta è avanzata , il 4 giugno , da Dino Grandi a cui Vittorio Emanuele suggerisce di avviare il mutamento con un pronunciamento del Gran consiglio del fascismo . Bibliografia cfr. Ivanoe Bonomi, «Diario di un anno», 2 giugno 1943-10 giugno 1944 , Castelvecchi, 2014 [nuova edizione] , pp. 47-50
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8 giugno |
La proposta avanzata dal Presidiun dell’Internazionale comunista, accolta all’unanimità dai vari partiti comunisti, diventa esecutiva. |
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11 giugno | Dopo dieci giorni di attacchi aeronavali, il presidio di Pantelleria firma la resa: sull’isola sbarca la 1ª divisione inglese. Dall’8 maggio sono state scaricate sull’isola oltre 5.000 tonnellate di bombe. | |
10 giugno | Nell’anniversario della morte di GiacomoMatteotti il Partito socialista e il Partito comunista redigono un manifesto comune | |
La monarchia inizia a considerare necessaria l’uscita dalla guerra. Maria José, moglie del principe di Piemonte Umberto, tesse rapporti con le opposizioni. | ||
La Germania teme la defezione italiana . Albert Kesselring , comandante delle forze tedesche in Italia, informa il capo di Stato maggiore Vittorio Ambrosio della decisione di inviare in Italia un consistente numero di divisioni che prive di aviazione fanno presagire un’occupazione più che una difesa dall’offensiva alleata. | ||
24 giugno |
Milano : Prima riunione dei partiti antifascisti. |
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2 luglio |
Milano : in una seconda riunione, dopo quella del 24 giugno, si costituisce il Comitato delle opposizioni a cui partecipano le varie formazioni antifasciste. Lo compongono Giovanni Gronchi (DC ) , Lelio Basso ( MPU) , Riccardo Lombardi (PdA), Concetto Marchesi (PCI), Roberto Veratti ( PSI) , Leone Cattani ( Liberali) . |
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15 luglio | Vittorio Emanuele III, in vista della costituzione di un nuovo governo, incontra il maresciallo Pietro Badoglio. | |
9 - 10 luglio | Gli alleati sbarcano in Sicilia ( Operazione Husky ). Impegnati oltre 160 mila uomini : la VII Armata USA, comandata da George S. Patton ; l’VIII Armata britannica, comandata da Bernard Law Montgomery ; riunite nella XV Armata al comando del generale inglese Harold Alexander. Prima dello sbarco , segretamente, il governo americano ha cercato appoggi e collaborazioni con la mafia dell’isola. Al centro della trattativa il mafioso italo-americano Lucky Luciano che nel 1946 sarà rimesso in libertà dal governo americano e potrà rientrare in Italia. |
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16 luglio | Esponenti di primo piano del regime fascista come De Bono, De Vecchi, Farinacci, Giuriati, Teruzzi, Bottai e Acerbo, in varie occasioni , esprimono a Mussolini le loro critiche alla gestione della guerra e chiedono la convocazione del Gran consiglio. | |
19 luglio | Mussolini e Hitler s’incontrano a Feltre (Belluno) . I generali Ambrosio, Bastianini e Alfieri che accompagno il duce cercano, inutilmente, di convincerlo a chiedere l’uscita dell’Italia dalla guerra. Gli aiuti militari promessi da Hitler hanno tutte le caratteristiche di una minaccia di occupazione. E’ sempre più diffusa la sensazione che Mussolini non sia più in grado di governare la situazione. | |
19 luglio | Primo bombardamento a Roma. In due ore sono sganciate 1060 tonnellate di esplosivo ( oltre 4000 bombe). 3.000 morti. 11 mila feriti. Solo al quartiere San Lorenzo 1.500 morti e 4.000 feriti. Colpiti inoltre i quartieri Tiburtina, Prenestina, Casilina, Tuscolano e Nomentano. Cessati i bombardamenti il pontefice Pio XII si reca al quartiere San Lorenzo accolto da migliaia di cittadini. | |
22 luglio | Gli alleati entrano a Palermo. | |
Vittorio Emanuele III incontra Mussolini che gli prospetta l’uscita dalla guerra entro due mesi. | ||
Il 25 luglio: la caduta del fascismo
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24 luglio
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Alle ore 17.00, dopo oltre quattro anni ( l’ultima seduta si era svolta nel dicembre 1939, a Palazzo Venezia, a Roma, inizia la seduta del Gran consiglio del fascismo per per approvare la posizione di «non belligeranza» del Paese . Dopo una lunga discussione è approvato a maggioranza (17 voti su 26) l’ ordine del giorno di Dino Grandi col quale si propone il ritorno dei poteri militari e politici al Sovrano, a norma dell’articolo 5 dello Statuto albertino. La riunione termina alle 02,40.
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25 luglio
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Alle ore 17.00, Benito Mussolini è ricevuto da Vittorio Emanuele III che gli comunica di averlo sostituito nella carica di presidente del Consiglio con il maresciallo Pietro Badoglio. Uscito da Villa Savoia, il duce è prelevato dai carabinieri e condotto in stato di arresto in una caserma della capitale, dove rimane fino alla sera del 27 quando, passando da Gaeta, viene trasferito dapprima all’isola di Ponza e, successivamente, in Sardegna, alla Maddalena.
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Alle ore 20.00 circa , la radio interrompe le trasmissioni per annunciare: «Sua Maestà il Re e imperatore ha accettato le dimissioni dalla carica di capo del governo, primo ministro, segretario di stato, di Sua Eccellenza il cavalier Benito Mussolini e ha nominato capo del governo, primo ministro, segretario di stato, il cavalier maresciallo d’Italia Pietro Badoglio».
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Video La caduta del fascismo | |
Alle ore 22.45, un comunicato radio annuncia che Vittorio Emanuele III ha ripreso il comando delle Forze armate e conclude: «Nell’ora solenne che incombe sui destini della patria ognuno riprenda il suo posto di dovere, di fede e di combattimento: nessuna deviazione deve essere tollerata, nessuna recriminazione essere consentita». Successivamente con un comunicato radio il maresciallo Pietro Badoglio annuncia l’assunzione dei pieni poteri ed afferma: «La guerra continua, l’Italia duramente colpita nelle sue province invase, nelle sue città distrutte, mantiene fede alla parola data, gelosa custode delle sue millenarie tradizioni». |
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- II Bonomi - (DC - PCI - PLI - PdL) - 12 dicembre 1944 - 21 giugno 1945