IV governo Andreotti - 11 marzo 1978-20 marzo 1979 | ||
11 marzo
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Andreotti presenta al Quirinale la lista dei nuovi ministri : accontente tutte le correnti DC, nessun indipendente come richiesto dal PCI : 13 dorotei, 7 fanfaniani-forlaniani, 6 morotei, 6 forzanovisti, 4 basisti, 4 andreottiani, 3 il gruppo Rumor – Gullotti, uno a Colombo. «la Repubblica», 12 marzo 1978 |
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16 marzo
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Alle 10 è previsto l’inizio del dibattito parlamentare sul nuovo governo. Alle 9.03 in via Fani a Roma, un commando delle Brigate rosse sequestra il presidente della DC, Aldo Moro. Nell’agguato i brigatisti uccidono tutti gli uomini della scorta : Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Raffaele Iozzino, l’unico che è riuscito a metter mano alla pistola, e Francesco Zizzi. Rapida l’approvazione dei due rami del Parlamento del IV governo Andreotti. Nel pomeriggio più di 200 mila persone aderiscono all’ appello lanciato da CGIL- CSIL – UIL contro il terrorismo. Un imponente corteo attraversa la città e si conclude a piazza San Giovanni . Sventolano insieme bandiere del PCI e della DC.
VII Legislatura Camera dei deputati 16 marzo 1978
Seduta n. 257 -16 marzo Per il sequestro di Aldo Moro e l’uccisione dei suoi agenti di scorta: Pietro Ingrao presidente della Camera Comunicazioni del governo : Andreotti presidente del Consiglio. Discussione e dichiarazioni di voto: Amirante, Enrico Berlinguer, Craxi, Delfino, De Marzio, Ugo La Malfa , Magri, Mellini, Pannella, Pinto, Riz, Romita, Spinelli, Zanone. Votazione nominale sulla mozione di fiducia presentata da Piccoli. Votanti 578 Favorevoli 545 Contrari 30 Astenuti 3 VII Legislatura Senato della Repubblica 16 marzo 1978 Seduta n. 231 -16 marzo Per il sequestro di Aldo Moro e l’uccisione dei suoi agenti di scorta: Amintore Fanfani presidente del Senato Comunicazioni del governo : Andreotti presidente del Consiglio. Discussione e dichiarazioni di voto: Andrelini, Bartolomei, Cipellini, Crollanza, Fosson, Melis, Mitterdorfer, Nencioni, Perna, Saragat, Spadolini, Zappulli. Votazione sulla mozione di fiducia presentata da Bartolomei, Cipellini, Perna, Ariosto, Spadolini. Votanti 272 Favorevoli 267 Contrari 5
Bibliografia sul sequestro e l’assassinio di Aldo Moro. |
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18 marzo
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BR - primo dei nove Comunicati che scandiranno i 55 giorni del sequestro Moro . Trovato Verso mezzogiorno sul tetto di un apparecchio per fotografie formato tessera in un sottopassaggio di largo Argentina a Roma da un giornalista del «Messaggero» avvertito telefonicamente dai due «postini» Valerio Morucci e Adriana Faranda. In una busta arancione, di quelle commerciali, cinque copie del Comunicato e una foto Polaroid che ritrae Moro seduto sotto una bandiera con la stella a cinque punte e la scritta «Brigate rosse». |
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Si svolgono i funerali dei cinque uomini della scorta di Aldo Moro uccisi dalle BR.
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Milano : La sera a Milano sono uccisi Lorenzo Jannucci e Fausto Tinelli, due giovanissimi del centro sociale Leoncavallo. Impegnati nella lotta contro gli spacciatori di droga pesante. Le indagini conducono ai NAR, gruppo terrorista di estrema destra dagli oscuri contatti con membri della banda della Magliana a Roma.
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19 marzo
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Paolo VI , dalla finestra dello studio privato in Piazza San Pietro, lancia il suo primo appello per la liberazione di Moro.
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«l’Unità», 19 marzo 1978.
Editoriale di Enrico Berlinguer, unità e rigore. |
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20 marzo
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Al processo di Torino, il nucleo storico delle Br rivendica la responsabilità politica del rapimento Moro. «La Stampa», 21 marzo 1978 [pp.1-2] |
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21 marzo
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Il governo approva il decreto ''antiterrorismo''.
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23 marzo
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Il PCI approva la "linea della fermezza".
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25 marzo
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BR – Alle 16 a Torino, Roma, Milano e Genova le Br fanno trovare il Comunicato n. 2. Questo venne trovato dopo essere stato annunciato con una serie di telefonate alla «Gazzetta del popolo» e all'Ansa di Torino, al «Messaggero» e a «Radio Onda rossa» di Roma, al «Giornale nuovo» di Milano e al «Secolo XIX» di Genova. |
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28 marzo
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Su «La Stampa» il direttore Arrigo Levi lancia la proposta di eleggere Moro capo dello Stato e in attesa della sua liberazione far esercitare il mandato dai presidenti delle due Camere, Fanfani e Ingrao, dal presidente della Corte costituzionale e dall’ex presidente della Repubblica Saragat. Insieme a questa ipotesi altre proposte tutte inspirate alla logica di un governo d’emergenza. «La Stampa», 28 marzo 1978. |
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PSI - XLI Congresso, Torino | ||
30 marzo
2 aprile |
PSI – Congresso nazionale, Torino
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29 marzo
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BR - La sera , dopo un annuncio telefonico contemporaneo a Roma, Genova, Torino e Milano è trovato il Comunicato n. 3 . Con il comunicato una copia della lettera al ministro dell'Interno Francesco Cossiga in cui Moro dice di trovarsi «sotto un dominio pieno e incontrollato dei terroristi» e accenna alla possibilità di uno scambio. La lettera è una delle tre consegnate. altre due erano indirizzate a Nicola Rana e alla moglie Eleonora. |
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30 marzo
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DC - La direzione decide di respingere ogni trattativa.
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2 aprile
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Paolo VI , durante l’Angelus , lancia un nuovo appello per la salvezza di Moro Paolo VI , Regina Coeli , 2 aprile 1978 [fonte www.vatican.va ] Vicino Bologna, presente Romano Prodi, si svolge una misteriosa seduta spiritica in cui emerge il nome "Gradoli". |
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4 aprile
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BR - Comunicato n. 4 , trovato nel pomeriggio dopo una telefonata alla redazione milanese di «Repubblica». Insieme al comunicato : la lettera di Moro a Zaccagnini e segretario della DC e la "Risoluzione della direzione strategica delle Br" del febbraio 1978 BR - Comunicato n. 4 La risoluzione strategica del febbraio 1978 |
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10 aprile
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BR – Comunicato n. 5 - Annunciato con una telefonata alla redazione milanese di «Repubblica», è fatto trovare nel pomeriggio in un cestino dei rifiuti in via Palestro, a Milano il Comunicato n. 5. In una busta arancione le fotocopie di una lettera autografa di Moro a Taviani. Buste identiche sono recapitate a Roma, Torino e Genova. |
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Nasce Democrazia Proletaria | ||
13 aprile | Nasce Democrazia Proletaria |
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15 aprile
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BR – Comunicato n. 5 - Annunciato con una telefonata alla redazione milanese di “Repubblica”, è trovato nel pomeriggio in un cestino dei rifiuti in via dell'Annunciata a Milano |
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18 aprile
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Il falso comunicato n. 7 - Poco prima delle 9,30 del 18 aprile, una telefonata al Messaggero annuncia che in piazza Belli a Roma ci sono due messaggi delle Br. La busta arancione ne contiene uno solo, contrariamente al solito, una fotocopia di un comunicato numero 7, che annuncia l'avvenuta esecuzione di Moro, il cui corpo si troverebbe nel lago della Duchessa. Il messaggio presenta caratteristiche completamente diverse dai precedenti: è molto breve, scritto in uno stile non consueto , contiene diversi errori di ortografia non presenti nei lunghi comunicati precedenti. Nessuno slogan conclusivo, il foglio è più corto del solito, nel testo al posto del numero 1 è stata usata la lettera «l» minuscola. L'intestazione «Brigate rosse» e' scritta a mano. Nonostante queste differenze gli esperti del ministero degli Interni garantiscono l’autenticità del comunicato. |
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20 aprile
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BR – Comunicato n. 7 - E’ annunciato, poco dopo le 12 al «Messaggero» e fatto trovare a Roma in via dei Maroniti, dietro la sede dello stesso quotidiano . La busta arancione contiene una foto Polaroid di Aldo Moro con in mano la copia de «la Repubblica» del 19 aprile come prova che il presidente della Dc è ancora vivo. Il comunicato è diffuso anche a Torino, Genova e Milano. |
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21 aprile
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Lettera di Paolo VI agli «uomini delle Brigate Rosse» per la salvezza della vita di Aldo Moro Lettera del Santo Padre Paolo VI alle Brigate Rosse , 21 aprile 1978 [Fonte : www.vatican.va ] |
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24 aprile
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BR - Quarantesimo giorno del sequestro Moro - Comunicato numero 8 - Le Brigate rosse chiedono in cambio della vita di Moro chiedono la liberazione di 13 militanti : sei brigatisti (Renato Curcio, Alberto Franceschini , Roberto Ognibene, , Paolo Maurizio Ferrari, Paola Besuschio, Cristoforo Piancone), tre componenti del gruppo banda XXII Ottobre (Mario Rossi, Augusto Viel, Giuseppe Battaglia), due nappisti (Giorgio Panizzari e Pasquale Abatangelo) e Sante Notarnicola della banda Cavallero politicizzatosi in carcere uomini. Da Torino Curcio e gli altri 14 capi storici sottoposti al processo fanno sapere di condividere le richieste di scambio. Nuova lettera di Moro a Zaccagnini: «Siamo quasi all’ora zero: mancano più secondi che minuti. Siamo al momento dell’eccidio (...). Non accetto l’iniqua e ingrata sentenza della Dc. Ripeto: non assolverò e non giustificherò nessuno. (...) Chiedo che ai miei funerali non partecipino né autorità dello Stato né uomini di partito». |
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25 aprile
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Il segretario generale dell’Onu Kurt Waldheim lancia un nuovo appello per la liberazione del presidente della Dc rivolgendosi questa volta direttamente alle Brigate rosse, in lingua italiana, via satellite: «La continuata detenzione del signor Moro, con la terribile angoscia che essa provoca alla sua famiglia e alle persone che ovunque seguono la vicenda, può soltanto danneggiare i vostri obiettivi, quali che essi siano. (...) Risparmiate la sua vita. Vi chiedo di rilasciarlo immediatamente». Pci e Pri criticano il messaggio di Waldheim, che si è rivolto alle Br come se ne riconoscesse il carattere di entità politica.
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26 aprile
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Il PSI ipotizza un provvedimento di grazia per tre detenuti politici, che si trovino in particolari condizioni e non siano compresi nell’elenco dei tredici terroristi fatto dalle Brigate rosse . Inoltre un’indagine sulle carceri speciali per controllarne le condizioni e magari abolirle. Due gesti umanitari che lo Stato dovrebbe compiere autonomamente, al di fuori del ricatto brigatista. Craxi sottone l’ipotesi a Zaccagnini. Roma, ore 8.45, Girolamo Mechelli, ex presidente DC della Regione Lazio è gambizzato. l’attentato è rivendicato dalle Brigate rosse. [ «Il Giorno» pubblica una lettera dei familiari a Moro, un breve messaggio per tranquillizzarlo sulle condizioni della famiglia.
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27 aprile
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Torino, ore 7.45, è gambizzato Sergio Palmieri dirigente Fiat, addetto alle relazioni sindacali del reparto Carrozzeria.. L’attentato è rivendicato dalla Brigate rosse con una telefonata all’Ansa. In due anni è il ventesimo attentato a Torino, cinque i morti.
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28 aprile
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Andreotti al Tg2 ribadisce il «no» del governo a ogni trattativa.
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29 aprile
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Sesto messaggio di Moro. E’ abbandonato all’1.30 di notte nell’auto di un giornalista de «Il Messaggero». È una «lettera al partito della Democrazia cristiana». Moro sostiene di non scrivere sotto dettatura, dice di essere lucido e in libertà di spirito, precisando di avere sempre scritto in queste condizioni. In un passaggio si rivolge direttamente al segretario del PSI: «Guai, caro Craxi, se una tua iniziativa fallisse». Conclude così: «Muoio, se così deciderà il mio partito, nella pienezza della mia fede cristiana e nell’amore immenso per una famiglia che io adoro (...). Ma questo bagno di sangue non andrà bene né per Zaccagnini, né per Andreotti né per la Dc né per il Paese, ciascuno porterà la sua responsabilità». Eleonora Moro consegna a Sereno Freato una serie di lettere del marito indirizzate a Leone, Andreotti, Craxi, Fanfani, Ingrao, Misasi, Piccoli. A Craxi scrive: «Poiché ho colto, pur tra le notizie frammentarie che mi pervengono, una forte sensibilità umanitaria del tuo partito in questa dolorosa vicenda, sono qui a scongiurarti di continuare ed anzi accentuare la tua importante iniziativa. (...) Credi, non c’è un minuto da perdere».
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30 aprile
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La famiglia Moro lancia un duro appello della alla Dc: «Sappia la delegazione democristiana, sappiano gli onorevoli Zaccagnini, Piccoli, Bartolomei, Galloni e Gaspari che il comportamento di immobilità e di rifiuto di ogni iniziativa proveniente da diverse parti ratifica la condanna a morte (...) Crediamo, con questo appello, di interpretare anche la volontà del nostro congiunto. Egli infatti non riesce ad esprimerla direttamente senza essere dichiarato sostanzialmente pazzo dalla quasi totalità del mondo politico italiano e in prima linea dalla Dc».
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1 maggio
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Per tutta la giornata telefonate di falsi brigatisti ai centralini dei giornali. Sono ritenute inattendibili. Craxi si incontra con l’avvocato Giannino Guiso, che invita a «fare presto».
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2 maggio
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La procura generale di Roma trasferisce le indagini sul caso Moro dal pubblico ministero Luciano Infelisi al sostituto procuratore generale Guido Guasco. Fermato un fisico di 30 anni, Libero Maesano, ex attivista di Potere operaio.
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3 maggio
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La Dc affida al governo l’esame delle proposte umanitarie per la liberazione di Moro avanzate da Craxi (concessione della grazia a qualcuno dei terroristi detenuti, che non si sia macchiato di omicidio, libertà provvisoria per alcuni nappisti in gravi condizioni di salute, «umanizzazione» delle carceri speciali). Il Pci le giudica inaccettabili, il Psdi si divide, , per il socialista Sandro Pertini «trattare sarebbe offendere la memoria di poliziotti, carabinieri e cittadini assassinati dalle Br». Andreotti in serata illustra la linea del governo contraria alla « benché minima deroga alle leggi dello Stato e non dimentica il dovere morale del rispetto del dolore delle famiglie che piangono le tragiche conseguenze dell’operato criminoso degli eversori».
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4 maggio
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La vedova di uno degli agenti uccisi in via Fani minaccia di bruciarsi in piazza , davanti ai figli , se lo Stato libera : « uno solo di quegli assassini ». La vedova Leonardi telefona alla moglie di Moro per ribadire che né lei né la vedova Ricci hanno detto quella frase. Milano: alle 18, le BR gambizzano Umberto degli Innocenti , dirigente della Sit-Siemens. Genova : alle 19 circa è gambizzato Alfredo Lamberti, dirigente dell’Italsider. Le due azioni sono rivendicate dalle Brigate Rosse telefonando a quotidiani di Milano e Genova. Il sostituto procuratore generale Guido Guasco interroga a Roma Sereno Freato, Corrado Guerzoni e Nicola Rana, i più stretti collaboratori di Moro che dicono: «Non siamo gli intermediari con le Br, siamo solo i terminali di questo canale».
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5 maggio
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BR - Comunicato numero 9 : «Alle organizzazioni comuniste combattenti, al movimento rivoluzionario, a tutti i proletari (...) Concludiamo la battaglia iniziata il 16 marzo, eseguendo la sentenza a cui Moro è stato condannato». Il messaggio fatto trovare nel pomeriggio in quattro città: Genova, Milano, Roma e Torino. Forze politiche e opinionisti si aggrappano al gerundio («eseguendo») interpretandolo un possibile spiraglio di salvezza.
Comunicato n. 9 |
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La mattina il Comitato interministeriale per la sicurezza ribadisce il «no» alle trattative. Più tardi il governo si dichiara disponibile a far visitare le carceri di massima sicurezza a una commissione di Amnesty International. Il PCI definisce l’ iniziativa «strana e non motivata». Contrario anche il Pri. [Cds 6/5, 7/5/1978]
Moro scrive alla moglie Eleonora: due lettere vengono recapitate nella tarda serata da don Antonio Mennini . Dalle lettere si ricava che è ormai convinto di non avere non avere più speranze di salvezza. |
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6 maggio
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Zaccagnini conferma la linea della fermezza della DC. « All’Hotel Raphael a Roma , il senatore Antonio Landolfi, della direzione del Psi, e il segretario socialista Bettino Craxi si incontrano con Lanfranco Pace
Rastrellamento su vasta scala a Roma: 23 arresti per associazione sovversiva: sono nella maggioranza militanti di organizzazioni della sinistra extraparlamentare. A Novara gambizzato Giorgio Rossanigo , medico del supercarcere cittadino. |
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7 maggio
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Si viene a sapere che nel covo di via Gradoli è stato trovato fra le altre cose un piano di attentati della colonna romana delle Brigate rosse: nomi, indirizzi, anche fotografie. Due gli elenchi: il primo comprende nomi e profili, con le relative fotografie, di alti funzionari della Rai , industriali e uomini politici. Il secondo raccoglie le generalità di esponenti della Dc a livello regionale, provinciale e comunale.
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8 maggio
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Milano : due giovani gambizzano Diego Fava, , medico Inam, sovrintendente alle visite fiscali. L’azione è rivendicata dai «Proletari armati per il comunismo». Date alle fiamme l’auto del sindacalista, Hermes Raineri, membro del consiglio di fabbrica della Sit-Siemens e segretario della sezione aziendale del PCI. Attentato è rivendicato con un volantino dalla colonna Walter Alasia delle Brigate rosse.
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Video https://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=moro
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9 maggio
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La mattina direzione della DC A Roma in via Michelangelo Caetani , tra Botteghe Oscure- sede del PCI e Piazza del Gesù – sede della DC , nel bagagliaio di una Renault 4 rossa il cadavere di Aldo Moro. E’ stato ucciso dalle BR con una raffica al cuore: nel suo corpo almeno undici colpi d’arma da fuoco.
La famiglia Moro diffonde un comunicato: «La famiglia desidera che sia pienamente rispettata dalle autorità dello Stato e di partito la precisa volontà di Aldo Moro. Ciò vuol dire: nessuna manifestazione pubblica o cerimonia o discorso; nessun lutto nazionale, né funerali di Stato o medaglia alla memoria. La famiglia si chiude nel silenzio e chiede silenzio. Sulla vita e sulla morte di Aldo Moro giudicherà la storia». |
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15 maggio
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Elezioni amministrative. Il PCI flette in modo considerevole rispetto al risultato delle politiche. Avanza la DC, recupera il PSI. Commenti e resoconti «l'Unità» «l’ Unità», 18 maggio 1978. |
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25 maggio
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PCI – Riunione dei segretari regionali – Relaziona Enrico Berlinguer. Riunione dei segretari regionali 25 maggio 1978 «l’ Unità», 26 maggio 1978 |
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11 -12 giugno
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Elezioni referendarie . Vincono i No. Confermate con due diverse maggioranze entrambe le leggi sottoposte al referendum. L’abolizione della legge Reale ottiene 76,5% di No, 23,5% Sì; il finanziamento pubblico ai partiti, il 56,4% di No e il 43,6% di Sì.
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Si dimette il presidente della Repubblica Giovanni Leone Sulla vicenda si veda Emanuele Macaluso intervistato da Paolo Conti, Macaluso: Berlinguer, d’intesa con la Dc, gli suggerì il sacrificio, «Corriere della sera», 4 novembre 1998. Breda Marzio, Giovanni Leone e il “complotto” “Il Pci volle le mie dimissioni Ma fu la Dc ad abbandonarmi”, «Corriere della sera» , 2 novembre 2008 ; «La Storia siamo noi», puntata del 20 maggio 2009; Cfr. Pierluigi Battista, Cronaca di una caduta, «La Stampa» 19 novembre 2003; «Ventunesimo secolo», n.21,2003; Emanuele Macaluso intervistato da Paolo Conti, Macaluso : Berlinguer, d’intesa con la Dc gli suggerì il “sacrificio”, «Corriere della sera», 4 novembre 1998. Carlo Bo, Leone, 90 anni con un regalo : le scuse dei vecchi nemici, «Corriere della sera», 3 novembre 1988.
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L’elezioni di Pertini - Leggi
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Sedici scrutini
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29 giugno
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Parlamento in seduta comune : Si riuniscono i grandi elettori per eleggere il nuovo capo dello Stato.
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Craxi : Se sono pluralisti lo dimostrino, «l’Espresso», 25 giugno 1978; Giuliano Amato, Berlinguer e il presidente, Panorama, 27 giugno 1978; Enrico Manca, Uno per tutti, tutti per uno :purché sia socialista, «L’Espresso», 2 luglio 1978
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8 luglio
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Giuramento e messaggio del presidente della Repubblica, VII Legislatura, seduta comune del 9 luglio 1978. da Presidenza Repubblica Eugenio Scalfari, Oggi il giuramento del nuovo capo dello Stato, «la Repubblica», 9 luglio 1978. Paolo Mieli, E se a eleggerli fosse il popolo? , «L’ Espresso», 16 luglio 1978; Tullio Fazzolari , Andrebbe a finire così, idem.
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2 agosto
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Enrico Berlinguer intervistato da Eugenio Scalfari, Berlinguer risponde, Per noi Lenin non è un dogma «la Repubblica» , 2 agosto 1978. Una risposta a caldo, «Avanti !», 3 agosto 1978.
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Eugenio Scalfari, Craxi ha tagliato la barba al profeta, «la Repubblica», 24 agosto 1978.
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17 settembre
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Il discorso di Berlinguer a conclusione del festival di Genova, «l’Unità», 18 settembre 1978. 2U17 Luigi Pintor, L’ultimo Berlinguer, «il manifesto» , 19 settembre 1978. Eugenio Scalfari, Ma il Pci aspetterà i tre squilli di tromba ?, «la Repubblica», 24 settembre 1978. Giorgio Napolitano, «Dal Pci al socialismo europeo», Un’autobiografia politica, Laterza , 2005, pp. 162-163.
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26 settembre
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Su «Op» Pecorelli torna sulla vicenda Moro e annuncia :«nei prossimi giorni probabilmente leggeremo almeno un’altra trentina di lettere». Domanda «Reggerà il quadro politico?»
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1 ottobre
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«Operazione Jumbo». Un successo del nucleo speciale antiterrorismo costituito nel settembre sotto la guida del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Una tipografia e tre covi smantellati. Nove brigatisti catturati . Il colpo più significativo l’irruzione nell’appartamento di via Monte Nevoso a Milano , colti nel sonno e arrestati Franco Bonisoli e Nadia Mantovani. Ritrovato l’ archivio delle BR. Fra i documenti 28 lettere di Moro. Due in meno rispetto alla previsione di Pecorelli. Si apre la lunga e misteriosa storia delle carte di Moro che attraversa gli anni ottanta e non troverà soluzione neppure con i nuovi e più cospicui ritrovamenti nello stesso appartamento 1990 a ridosso dell’esplosione del caso Gladio. Mentre prosegue nel riserbo l’operazione dei CC - La MANTOVANI E AZZOLINI FRA I “BR” PRESI A MILANO- Scoperte tre basi dei terroristi, altere sette in trappola – Due avrebbero partecipato all'attentato al dirigente della « Lancia » - Le connessioni con la vicenda Moro; «l’Unità», 3 ottobre 1978 [p.1-p.5]
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10 ottobre- 24 ottobre
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Fa discutere il mistero delle lettere di Moro ritrovate nel covo BR di via Montenevoso. Il 10 ottobre Stefano Rodotà , deputato della Sinistra indipendente chiede la pubblicazione integrale del Memoriale Moro. Analoga richiesta è avanzata dal PCI. Il 24 ottobre il ministro dell’Interno Virginio Rognoni risponde alle interrogazioni in merito presentate da tutti i gruppi. Tre giorni di dibattito. Nel corso della discussione Luciana Castellina, deputato PDUP , avanza la proposta di una Commissione di indagine sulla vicenda Moro. Il dibattito e le risposte del ministro non sciolgono gli interrogativi : quante sono realmente le lettere, cosa altro è stato rinvenuto nell’appartamento dei BR, mancano dei fogli come scrivono diversi quotidiani ?
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PDUP - II Congresso, Viareggio | ||
10 - 12 novembre
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PDUP – Congresso , Viareggio – Nella relazione d’apertura Luciana Castellina propone un «programma comune» della sinistra finalizzato ad accelerare la crisi dell’unità nazionale e determinare un mutamento del quadro politico. Contraria Rossana Rossanda , sostenitrice di una dimensione movimentista, che respinge la logica del minipartito. E’la fine di una storia comune Rossana Rossanda parlando con i giornalisti : «E’ un rottura. Qui finisce la storia del gruppo dirigente uscito dal PCI nel ’69 e diventato famoso con il nome del Manifesto». La mozione conclusiva che approva la relazione della Castellina ottiene 282 voti, 62 la mozione di mediazione dei delegati piemontesi, 114 delegati in sintonia con le posizioni della Rossanda e di Parlato non votano . Il giorno dopo il manifesto titola Si è concluso il congresso del Pdup con una maggioranza di misura; Rossana Rossanda, Nove anni difficili e finiti , «il manifesto» .
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16 novembre
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Un’ora e un quarto di colloquio fra il capo dello Stato Pertini e Berlinguer . Sono entrambi preoccupati della situazione politica che considerano in uno stato di pre-crisi. Vedi : Antonio Ghirelli, «Caro Presidente», Due anni con Pertini, Rizzoli, Bur, Milano, 1982, p100.
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19-21 ottobre
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PSDI – Comitato centrale Il segretario Romita è messo in minoranza . La direzione del 21 ottobre elegge segretario Pietro Longo nella prospettiva di restituire al partito un suo ruolo «autonomo»
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Nelle elezioni regionali in Trentino – Friuli Venezia Giulia si conferma la frattura fra i partiti tradizionali e gli elettori già manifestatasi nei referendum. Il Pci perde quasi il 5 % rispetto alle politiche, alla sua sinistra Democrazia proletaria e Nuova sinistra raggiungono il 7%. Arretrano Psi e Psdi. Avanzano le liste locali.
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4 dicembre |
PCI – Comitato centrale – relazione Giorgio Amendola sulle elezioni europee. Approvate le Tesi per il XV Congresso. |
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4 dicembre |
Crescono le voci sull’apertura di una crisi da parte del PSI. «l’Unità», 5 dicembre 1979 [p.1-p.16] |
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7 dicembre
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Nonostante le esitazioni di Andreotti la Comunità europea decide di anticipare al 1° gennaio 1979 l’entrata in vigore del Sistema monetario europeo . Il Pci ha già annunciato la sua contrarietà. Le pressioni repubblicane e della destra DC costringono Andreotti a decidere. Il 7 dicembre inizia la discussione in Parlamento , il 12 dicembre i comunisti votano contro. Il PSI si astiene. A favore PRI, PSDI e PLI. La risoluzione presentata dalla Dc è approvata con 270 voti, 228 contrari e 53 astenuti.
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15 dicembre
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La Camera dei deputati è paralizzata da 1000 emendamenti presentati da radicali, liberali, missini e PDUP sul decreto sui precari approvato dal Senato. Modificato in commissione deve tornare al Senato e scade il 23 dicembre.
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1979 | ||
11 gennaio
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PCI – Direzione : Berlinguer pone all’ordine del giorno l’uscita dalla maggioranza. Perplesso Macaluso. Contrari Renzo Trivelli e Galluzzi.
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12 gennaio
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Il consiglio dei ministri vara il piano triennale predisposto da Pandolfi . Non convince i sindacati che proclamano per il 2 febbraio uno sciopero generale di 4 ore. [1]
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La commissione inquirente boccia la richiesta comunista di revoca del provvedimento di archiviazione per Andreotti, Luigi Preti , Giacinto Bosco e Ferrari Agradi accusati di essere coinvolti nello scandalo dei petroli secondo cui tra il 1967 e il 1973 i partiti di centrosinistra si sarebbero divisi 28 miliardi di lire.
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Il segretario della DC Zaccagnini incontra il presidente americano Carter che conferma la contrarietà a un allargamento del governo ai comunisti, anche se non spinge per un mutamento di quadro politico.
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13 gennaio |
Craxi insiste per una «crisi pilotata» , chiede un governo « più rappresentativo». Il segretario del PSDI Longo non demorde , vuole la crisi. Il PCI , affermato che è in atto uno spostamento a destra della DC ripropone il nodo che ha contrassegnato il triennio : i comunisti nel governo. «l’Unità», 14 gennaio 1979. |
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17 gennaio
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PCI – Direzione : Per Berlinguer si tratta ormai di decidere i tempi e le modalità dell’ uscita dalla maggioranza. Il gruppo dirigente si divide . Contrari Chiaromonte, Macaluso, Perna , Trivelli, Bufalini e Napolitano. Al termine si vota il documento che sarà presentato al vertice di maggioranza. Risoluzione della direzione del 17 gennaio 1979, La condotta della Dc mina le basi dell’accordo unitario, Bibliografia Sulla riunione sulle varie posizione espresse vedi Francesco Barbagallo , p. 343-345
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Il PCI esce dalla maggioranza - Leggi
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18 gennaio
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DC – Direzione : è assegnato un mandato a Zaccagnini perché assuma le « opportune iniziative» per una verifica politica.
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21 gennaio
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Il governo ha i giorni contati , «Avanti!», 21 gennaio 1979
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24 gennaio
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Vertice dei partiti della maggioranza. PSI e PSDI chiedono un «negoziato globale».
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Genova le Brigate rosse uccidono l’operaio Guido Rossa. BIBLIOGRAFIA Giancarlo Feliziani, «Colpirne uno educarne cento- la Storia di Guido Rossa», Limina 2004 Paolo Andruccioli, «Il Testimone Guido Rossa, omicidio di un sindacalista», Ediesse 2009; Giovanni Biancone , «Il Brigatista e l’operaio», Einaudi 2011 Giovanni Fasanella, Sabina Rossa, «Guido Rossa mio padre», Rizzoli , Bur, Milano, 2006
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26 gennaio
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Vertice dei partiti della maggioranza - Berlinguer illustra il documento approvato dalla direzione e annuncia l’uscita del Pci dalla maggioranza.
Berlinguer denuncia al « vertice » le gravi inadempienze, il logoramento della solidarietà, il riaffiorare di inammissibili discriminazioni PERCHÉ IL PCI ESCE DALLA MAGGIORANZA – Ha preso un grosso abbaglio chi ha scambiato il nostro senso di responsabilità per arrendevolezza – Netta contrarietà ad elezioni anticipate – Più che mai necessario un governo di unità nazionale – L’intervento di Zaccagnini non muta la posizione DC – Dichiarazioni di Craxi, La Malfa, Saragat, Longo , ( testo integrale ) , «Unità», 27 gennaio 1979 Intervento di Zaccagnini, Sono “ ingiuste” le accuse alla Dc , «Il Popolo», 27 gennaio 1978. |
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29 gennaio
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Milano : un commando di Prima Linea uccide il giudice Emilio Alessandrini, si stava occupando della pista nera per la strage di Piazza Fontana e dei servizi deviati ed era impegnato nelle indagini su Roberto Calvi e la vicenda del Banco Ambrosiano.
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29 gennaio
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Andreotti si presenta alla Camera. Un bilancio dell’azione di governo . Cita i principali provvedimenti del triennio : la riforma sanitaria, i decreti di attuazione dell’ordinamento regionale, l’equo canone,la riconversione industriale , la legge sull’occupazione giovanile. Natta motiva le ragioni dell’uscita del PCI dalla maggioranza. Concluso il dibattito Andreotti si dimette. VII Legislatura , Camera dei deputati, sedute dal 29 al 31 gennaio 1979 Seduta n. 394, 29 gennaio 1979 |
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3 febbraio
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Il capo dello Stato conferisce un nuovo incarico ad Andreotti
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7 febbraio
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Andreotti avvia le consultazioni con i partiti. L’8 febbraio i socialdemocratici gli confermano che «non aderirebbero ad un governo con i comunisti».
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8 febbraio
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I socialdemocratici confermano ad Andreotti che «non aderirebbero ad un governo con i comunisti»
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8 febbraio
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PCI – Direzione – Al termine dichiarazioni di Chiaromonte e Natta «Unità», 9 febbraio 1979 [p.1-p.14] |
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9 febbraio
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Andreotti si incontra con la delegazione della DC che rifiuta anche l’entrata nel governo di indipendenti di sinistra. «Unità», 10 febbraio 1979 [p.1-p.13] |
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11 febbraio
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Bettino Craxi intervistato da Aldo Rizzo «la Stampa», 11 febbraio 1979. |
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15 febbraio
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Andreotti incontra le delegazioni del Pci e del PSI. Berlinguer nell’incontro ritiene inaccettabili le proposte di Andreotti e avanza tre possibili strade : governo di coalizione, governo unitario presieduto da un laico, infine governo con appoggio esterno DC. «Unità», 16 febbraio 1979 [p.1-p.15] |
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17 febbraio
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Con un editoriale sull’ «Avanti ! » Craxi chiede il ritiro di Andreotti. Proseguono le pressioni della DC sul PSI per salvare la legislatura.
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17 febbraio |
«Unità», 17 febbraio 1979
c.f. ( Candiano Falaschi) , Andreotti ha concluso le consultazioni. Crisi: confuse le manovre per soluzioni di ripiego. Presidente incaricato attende le decisioni delle Direzioni di alcuni partiti. Craxi preferirebbe un “ nuovo incarico”. Nostalgie di Zaccagnini per il centro-sinistra? |
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21 febbraio
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DC – La Direzione invita Andreotti a rinunciare all’incarico Nel pomeriggio il comunicato del Quirinale che informa della rinuncia del presidente incaricato e annuncia che per le 11 del giorno dopo il presidente della Repubblica ha convocato l’on. La Malfa.
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22 febbraio
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Il presidente Pertini incarica Ugo La Malfa, dopo Ferruccio Parri è la prima volta che un laico assume l’incarico di formare un governo «l’Unità», 23 febbraio 1979. |
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23 febbraio
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La Malfa avvia le consultazioni incontrando le delegazioni della DC e del PCI «l’Unità», 24 febbraio 1979. |
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28 febbraio
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Nell’incontro con La Malfa Il Pci avanza le sue nuove proposte : un governo ampiamente rappresentativo con indipendenti espressi dalla sinistra. La Malfa , tenendo conto dei veti della DC, contropropone un tripartito PRI , DC, PSDI, con una maggioranza a 5 , comprendente quindi PCI e PSI. «l’Unità», 1 marzo 1979. |
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2 marzo
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Di fronte alle difficoltà incontrate e al rifiuto della sua proposta da parte del PCI La Malfa rinuncia all’incarico. |
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Pubblicato in
VII Legislatura - 5 luglio 1976 - 19 giugno 1979