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Recensione di Graziella Falconi – Comitato scientifico Associazione dellaRepubblica del libro “Oltre il tempo patriarcale. La lungimiranza di Anna Kuliscioff” a cura di Fiorenza Taricone, ordinaria di “Pensiero politico e questione femminile” presso l'Università di Cassino e Lazio Meridionale.

IL 29 dicembre del 1925 scompariva Anna Kuliscioff, nata in Crimea (9 gennaio 1855) da famiglia ebrea, agiata. Anna, dopo varie traversie si laurea in Medicina, a Napoli e si specializza in ginecologia, con una ricerca sulle febbri puerperali. Quello che le premeva era salvare milioni di donne, destinate a morire. Trasferitasi a Milano, inizia a esercitare l’attività di medico, anche nei quartieri più miseri della città. I milanesi la chiamavano la "dottora dei poveri". Tutta questa attività scientifica e di studio non le impedì di essere una giornalista e una politica attenta alla vita delle donne. La sua, di vita, è fatta di molte vite la cui la popolarizzazione e la cui attualità, non sono state sufficientemente curate, anche se le è stata rivolta -anche “fra le figure femminili militanti di area – più attenzione “diversamente dall’oblio riservato a propagandistiche e organizzatrici dell’idea socialista fra 800 900”. Le ragioni di questo divario risiedono sia alla complessità e densità del suo percorso politico, sia alle sue esperienze internazionali, sia ai suoi rapporti con Andrea Costa e Filippo Turati, sia al “prestigio all’interno del partito”, per quanto rimanga una dirigente senza riconoscimento ufficiale del suo ruolo”.  Ma Kuliscioff, pur non essendo mai stata eletta negli organismi decisionali del partito, influì su tutti i momenti cruciali della storia socialista, non risparmiando vigorose critiche, quando necessario.

Meritoria dunque, in occasione del centenario, l’iniziativa editoriale del richiamo ai suoi scritti e alle sue posizioni riguardo il femminismo e il socialismo. Si deve all’attenzione e alla cura di Fiorenza Taricone, ordinaria di “Pensiero politico e questione femminile” presso l'Università di Cassino e Lazio Meridionale, sia un volume antologico degli scritti di Anna Kuliscioff “Anna Kuliscioff. Non sono la signora di nessuno. Sul monopolio dell’uomo e la liberazione della donna “(Fuori Scena 2024 pp. 208), sia un secondo testo “Oltre il tempo patriarcale la lungimiranza di Anna Kuliscioff a cura di Fiorenza Taricone scaffale del femminismo tabedizioni 2025 pp. 180, tv 3. Mentre il primo è un’impresa patrocinata dal Corriere della Sera, questo secondo volume scaturisce dalla tavola rotonda alle radici dell’emancipazione femminile del Novecento, svolto a Modena martedì 14 marzo 2023, presso il Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia; relatrici: Isabel Fanlo Cortès -dell’Università di Genova - e Liliana Gazzetta - presidente dell’Istituto per la storia del Risorgimento comitato di Padova. Un riconoscimento va al Comune di Modena che, finanziato dalla legge regionale dell’Emilia-Romagna 6/2014, ha coinvolto, e coinvolge, come protagoniste associazioni femminili e femministe del territorio modenese e, in particolare alla settima edizione dell’iniziativa, ha interessato, ad oggi, oltre, 6000 studenti e studentesse del territorio modenese-

 L’attualità del pensiero e delle lotte della Kuliscioff per la salute, la dignità del lavoro, il suffragio universale delle donne di ogni ceto e condizione sociale, nonché della sua visione europea, del rapporto questione operaia e condizione femminile, è messa in relazione con il continuo confronto con le lotte e gli obiettivi del movimento femminista dell’epoca, quanto a riforma dell’istituto familiare, l’abolizione del divieto di ricerca di paternità, la tutela della maternità, la possibilità per le donne di accedere alle libere professioni. Taricone sottolinea molto, in questa fase del movimento femminista, un fenomeno, ancora oggi molto presente nel mondo femminista: la centralità della relazione fra donne. Gruppi, anche di due o tre donne, piccoli nuclei riuniti magari intorno ad un progetto di redazione di giornali, riviste e periodici. Nell’associazionismo femminile si registrava, tuttavia, una significativa presenza di nubili e vedove, evidentemente con più tempo libero.

È lo stato nascente del movimento con tutta la sua forza e la sua fragilità, in una Italia postunitaria, ricca solo di problemi. Uno dei più grandi e gravi riguardante la condizione e il lavoro femminile. L’industria italiana, nel suo decollo, impiegava largamente le cosiddette mezze forze, “cioè bambine e bambini e donne”. Lo squarcio violento su questa realtà fu aperto dall’Unione femminile con la fondazione dell’asilo Mariuccia, intitolato alla memoria della figlia di Ersilia Majno, Mariuccia morta all’età di 13 anni. Per Ersilia l’apertura dell’asilo – nel 1902 in una villa suburbana affittata per una cifra simbolica- fu di aiuto a riprendere la lotta per la causa. Una casa -rifugio dove senza alcuna formalità burocratica, senza distinzione di religione e nazionalità, potessero essere accolte giovani esposte al pericolo di venire immesse nel giro della prostituzione, bambine abbandonate dalle famiglie, prive di assistenza o vittime di maltrattamenti, violenze carnali, incesto, ecc. L’asilo viveva con donazioni in denaro e soprattutto grazie al lavoro delle volontarie.

È tutto un intrigo, un gliommero gaddiano, di problemi connessi fra loro: il lavoro e le leggi di protezione e la mancanza di esse, la violenza domestica, la soperchieria, il divario della disparità di salario per eguale lavoro.

Questi due libri sono dunque un prezioso memorandum sia sulla figura luminosa della bella Anna Kuliscioff sia su da dove veniamo e anche verso dove andiamo e, quindi, non ultimo, come la politica debba rinnovarsi.

Ragazza celebra la fondazione della Repubblica Italiana

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