Per la maxitangente Enimont la magistratura milanese deposita la richiesta di rinvio a giudizio di 37 imputati, tra cui tutti i segretari dei partiti di governo del periodo , Forlani ( DC), Craxi ( PSI), Altissimo ( PLI), La Malfa ( PRI) e Vizzini ( PSDI) , gli ex ministri Martelli e De Michelis , entrambi del PSI, e Umberto Bossi della Lega Nord.
«l'Unità»
«l’Unità», 1° maggio 1994 [p.4]
Mani Pulite. Negli atti firmati da Di Pietro e Davigo 37 nomi eccellenti. Sono gli uomini d'oro accusati d'aver preso tangenti; Giampiero Rossi, «Enimont, processate Bossi». Chiesto il rinvio a giudizio anche per tutto il CAF. All'indomani della sentenza che ha condannato a 8 anni
Sergio Cusani, i giudici milanesi chiedono di processare anche tutti gli altri protagonisti dello scandalo Enimont. Il 24 maggio il Gip Italo Ghitti deciderà il futuro giudiziario di Craxi, Forlani, Martelli, Pomicino e degli altri big politici della prima repubblica accusati di aver incassato mazzette dai mediatori della Montedison. Neil' elenco stilato da Di Pietro e Davigo c'è anche il nome di Umberto Bossi; Jenner Meletti, E la Lega protesta: «Di Pietro ci attacca. È un processo politico». «Di Pietro vuole salvare il vecchio, vuole rovinare la Lega che è il nuovo». La notizia della richiesta di rinvio a giudizio rimbalza alla «Convention» dei leghisti veneti. II più duro
è Alessandro Patelli, tirato in ballo assieme al leader Bossi. «Sì, Di Pietro vuole rovinare la Lega. Non si spiega altrimenti la "tempistica" delle sue decisioni». Più cauto Speroni. «È una richiesta, non una decisione». Maroni: «Lo sapevamo dall'altro ieri. Diventa un processo politico; Craxi: «Ma quali versamenti, sono chiamato in causa a sproposito»
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